Data e ora | 25/01/2021 20:00 | Tipo Riunione | Conferenza |
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Relatore | Prof. Pietro Colletta | Livello | di Club |
Luogo | indirizzo |
Il socio prof. Pietro Colletta ha catturato l'attenzione dei numerosi partecipanti con un'ampia relazione su Giovan Filippo Ingrassia, medico e scienziato del XVI secolo. Quella di Giovan Filippo Ingrassia (1512-580) è una figura cui spetta un ruolo di primo piano nella storia della medicina e dell’organizzazione sanitaria. Originario di Regalbuto, dopo un primo periodo di formazione a Palermo, compì gli studi universitari tra Ferrara, Bologna, dove si laureò, e Padova, dove si specializzò alla scuola di Andrea Vesalio, il padre della moderna scienza anatomica, del quale furono allievi, con Ingrassia, anche studiosi del calibro di Falloppio ed Eustachio. Dopo un periodo di esercizio della professione medica in Sicilia, Ingrassia insegnò per nove anni anatomia e medicina teorica e pratica all’Università di Napoli, poi per altri nove anni nello Studium di San Domenico a Palermo e per un quadriennio a Messina. Autore molto prolifico, scrisse opere fondamentali nel campo dell’anatomia, della patologia, della medicina legale, della prevenzione e gestione delle epidemie, nelle quali le sue scoperte segnarono passi avanti di grande rilievo nelle conoscenze mediche del tempo. La scoperta anatomica più nota a lui attribuita è quella della staffa, l’ossicino dell’orecchio così da lui denominato, ma notevoli furono anche i suoi studi sul cranio (in particolare lo sfenoide e le cosiddette piccole ali o apofisi di Ingrassia), le vertebre dorsali, le ossa femorali, quelle del pube e i corpi cavernosi del pene. Ingrassia fu anche protomedico del regno di Sicilia, carica assimilabile a quella di un odierno ministro della salute. In questa veste organizzò un programma preciso di igiene pubblica, che prevedeva a Palermo, per esempio, la bonifica della palude del Papireto (poi completata nel 1591), fronteggiò efficacemente la peste del 1576, riuscendo a contenere le vittime a Palermo entro un numero assai ridotto (circa 3.000 a fronte delle 18.000 di Milano e 30.000 di Genova) ed emanò una dettagliata legislazione in materia sanitaria e di salute pubblica, che integrava, aggiornava e commentava le norme già presenti nelle Costituzioni di Melfi di Federico II del 1231. Studioso geniale, Ingrassia fu protagonista di una stagione eccezionale nello sviluppo delle conoscenze mediche, in un momento storico in cui la scienza tutta, non solo quella medica, si muoveva ancora entro i confini della filosofia, ma andava pian piano svincolandosi dai princìpi teorici e dalla tradizione della medicina antica e medievale, compiendo passi decisivi verso l’acquisizione di uno statuto autonomo. Nella "galleria" è riportata qualche "pillola" della interessantissima relazione del prof. Colletta. Vi ricorda qualcosa?